Rivista Europea https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea <p><em>Europea</em>, rivista scientifica per tutti i settori disciplinari delle Aree 11 (Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche) e 14 del CUN (Scienze politiche e sociali) pubblicata con cadenza semestrale, desidera porsi come un punto di incontro per tutti quegli studiosi che proprio all’Europa hanno dedicato e dedicano le loro ricerche e la loro attenzione. La rivista non richiede agli autori contributi economici ai fini della pubblicazione. Europea intende così presentarsi come una rivista scientifica tematica dell’età contemporanea, aperta al confronto e alla discussione, senza alcuna forma di pregiudizio ideologico o storiografico. Attraverso un approccio storico-diplomatico, politologico, ma anche filosofico e sociologico, la Rivista ospita contributi non necessariamente pro-europeisti, ma anche antieuropeisti, purché frutto di uno studio scientifico e mai di un mero pregiudizio ideologico.</p> <p>Scegliendo di essere un periodico dell’età contemporanea, con una sincera vocazione internazionalistica, <em>Europea </em>si concentrerà sulle dinamiche dei secoli Ottocento e Novecento, ma cercherà costantemente di analizzare anche le sfide che il nuovo Millennio ha posto all’Europa, non perdendo mai di vista la necessità di riflettere intorno alle radici, all’identità e ai valori che definiscono la cultura europea.</p> <p>La Rivista, dunque, si propone l’ambizioso tentativo di assumere un’identità interdisciplinare, attraverso la necessaria coniugazione di profili inerenti la storia delle relazioni internazionali, la storia dell’integrazione europea, la storia delle dottrine politiche, la storia contemporanea e la filosofia politica. Rispetto ad altre Riviste, si ritiene che proprio la dialettica tra discipline fra loro affini e complementari possa essere fonte di arricchimento al fine di fissare una linea di ricerca costantemente orientata al reale.</p> <p>Obiettivo di <em>Europea </em>non è soltanto quello di circolare all’interno della Comunità scientifica, ma anche di interessare il lettore non accademico e di rivolgersi altresì ai giovani studiosi, dei quali intende ospitare contributi e ricerche. In un contesto, infatti, nel quale è sempre più difficile per i giovani talenti trovare spazi al fine di emergere, la Rivista vuole invece offrire le sue pagine ai loro lavori, oltre ovviamente ad accogliere contributi di accademici dei quali ogni presentazione appare superflua.</p> <p>Il successo di questo sforzo editoriale dipenderà proprio dalla capacità di coinvolgere, in un’armonica sinergia, studiosi affermati e giovani ricercatori, uniti da un comune interesse per l’Europa.</p> <p><em>Europea</em>, registrazione del 02/12/2015 n. 190/2015 presso il Tribunale di Roma, si ispira ai principi contenuti nelle linee guida riguardanti l'etica nell'editoria scientifica (<em>Best Practice Guidelines for Journal Editors</em>) delineati dal <em>Committee on Publication Ethics</em> (COPE). </p> <p>© Europea</p> <p>ISSN della Rivista: 2499-6394</p> <p> </p> Aracne Editrice it-IT Rivista Europea 2499-6394 EU Strategic Compass. Azioni da implementare e missioni da potenziare nel breve termine https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/230 <p style="text-align: justify;">Con l’approvazione dello <em>Strategic Compass</em> nel marzo 2022 l’Unione Europea ha prefigurato il percorso per il potenziamento della Politica Estera e di Difesa Comune, individuando misure volte a dare corpo agli intendimenti già enunciati nel più ampio documento EU Global Strategy del 2016. Il ritiro occidentale dall’Afghanistan, il conflitto in Ucraina e il generale deterioramento della situazione di sicurezza nella regione europea e nei quadranti ad essa limitrofi impongono risposte rapide e concrete per far sì che l’Unione possa giocare un ruolo chiave per la sicurezza, la pace e la stabilizzazione del proprio vicinato e delle aree di interesse strategico. Occorre ora passare ai fatti: implementare lo <em>Strategic Compass</em> con i necessari ulteriori miglioramenti, sviluppando i relativi piani per potenziare le strutture decisionali e le forze, nonché per identificare dove è necessario incrementare le missioni già in atto e avviare nuove iniziative capacitive. Una scommessa da vincere, che richiede massimo impegno e piena coe-sione da parte dei Paesi membri.</p> <p style="text-align: justify;">With the approval of the Strategic Compass in March 2022, the European Union outlined the path for strengthening the Common Foreign and Security Policy, identifying measures to give substance to the intentions already expressed in the broader EU Global Strategy document of 2016. The Western withdrawal from Afghanistan, the conflict in Ukraine, and the general deterioration of the security situation in the European region and its neighbouring areas require swift and concrete responses to ensure that the Union can play a key role in the security, peace, and stabilization of its neighbourhood and strategic areas of interest. It is now necessary to move to action: implement the Strategic Compass with the necessary further improvements, develop the relevant plans to enhance decision-making structures and forces, and identify where it is necessary to increase existing missions and initiate new capacity-building initiatives. A challenge to be won, requiring maximum commitment and full cohesion from the member States.</p> Salvatore Farina Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 121 135 Recensioni https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/231 <p style="text-align: justify;">GERARDO NICOLOSI, <em>Diplomazia liberale. Istituzioni e uomini dall’Unità alla Repubblica</em>, Luni Editrice, Milano 2023, 271 pp. (Silvio Berardi);</p> <p style="text-align: justify;">BRUNO PIERRI, <em>Britain, the US and China’s Anti-Soviet Stance in the Cold War. Containment and Trade, 1977-1980</em>, Routledge, Abingdon-New York 2024, 160 pp. (Vito Varricchio).</p> Silvio Berardi Vito Varricchio Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 139 143 NATO and its opponents. Mobilization and protest movements against the North Atlantic Alliance in Italy during the Cold War (1949-1989) https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/225 <p style="text-align: justify;">Durante la guerra fredda, l’Italia è stata teatro di una significativa mobilitazione contro la NATO. L’Alleanza Atlantica, nata per contrastare l’influenza sovietica, ha trovato in Italia un terreno complesso, segnato da una forte presenza comunista e da movimenti pacifisti. Le proteste erano alimentate da un’opposizione ideologica all’imperialismo statunitense e dalle preoccupazioni per la sovranità nazionale e il rischio di coinvolgimento in un conflitto nucleare. Numerose manifestazioni, scioperi e campagne di sensibilizzazione hanno caratterizzato l’attività dei gruppi contrari alla NATO, coinvolgendo partiti politici di sinistra, sindacati e società civile. Questo clima di contestazione ha influenzato il dibattito politico interno e ha rappresentato una sfida costante per i governi italiani, costretti a bilanciare le esigenze della politica estera con le pressioni dell’opinione pubblica interna.</p> <p style="text-align: justify;">During the Cold War, Italy was a stage for significant mobilization against NATO. The Atlantic Alliance, established to counter Soviet influence, encountered a complex environment in Italy, marked by a strong communist presence and pacifist movements. The protests were fueled by ideological opposition to American imperialism and concerns about national sovereignty and the risk of involvement in a nuclear conflict. Numerous demonstrations, strikes, and awareness campaigns characterized the activity of groups opposing NATO, involving left-wing political parties, trade unions, and civil society. This climate of contestation influenced the internal political debate and posed a constant challenge for Italian governments, forced to balance foreign policy needs with the pressures of domestic public opinion.</p> Andrea Guiso Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 7 23 O federalismo na perspectiva do normativismo jurídico do Século XX: democracia e federação na evolução do direito segundo Hans Kelsen https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/226 <p style="text-align: justify;">Il saggio esamina il concetto di federalismo attraverso il prisma del normativismo giuridico del XX secolo, con particolare riferimento al pensiero di Hans Kelsen. Nella sua teoria pura del diritto, Kelsen sottolinea come il federalismo possa garantire un sistema democratico più stabile e giusto, grazie alla separazione dei poteri e alla partecipazione diretta delle entità federate nel processo decisionale. L’analisi di Kelsen evidenzia l’importanza del diritto costituzionale nel garantire il funzionamento armonico della federazione, ponendo l’accento sulla necessità di un quadro normativo chiaro e coerente. L’approccio normativista offre, quindi, una prospettiva preziosa per comprendere l’evoluzione del concetto di federalismo in relazione alla democrazia e al diritto nel XX secolo.</p> <p style="text-align: justify;">The essay examines the concept of federalism through the prism of legal normativism of the 20th century, with particular reference to the thought of Hans Kelsen. In his pure theory of law, Kelsen emphasizes how federalism can guarantee a more stable and just democratic system, thanks to the separation of powers and the direct participation of federated entities in the decision-making process. Kelsen’s analysis highlights the importance of constitutional law in ensuring the harmonious functioning of the federation, emphasizing the need for a clear and coherent normative framework. The normativist approach thus offers a valuable perspective for understanding the evolution of the concept of federalism in relation to democracy and law in the 20th century.</p> Carlos Magno Spricigo Venerio Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 25 43 Un tentativo di appeasement mediorientale: la prima risposta americana a Gheddafi https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/227 <p style="text-align: justify;">Il presente studio analizza il primo tentativo di appeasement degli Stati Uniti nei confronti di Muammar Gheddafi nel contesto delle tensioni mediorientali. Esaminando le dinamiche geopolitiche degli anni Settanta e Ottanta, il lavoro esplora le strategie diplomatiche adottate dall’amministrazione americana per mitigare il confronto con la Libia. Si focalizza sulle motivazioni politiche ed economiche che hanno guidato le decisioni degli Stati Uniti e sulle conseguenze a breve e lungo termine di tali politiche. Attraverso l’analisi di documenti storici e testimonianze, lo studio offre una comprensione approfondita delle relazioni USA-Libia in questo cruciale periodo.</p> <p style="text-align: justify;">This study analyses the first attempt at appeasement by the United States towards Muammar Gaddafi within the context of Middle Eastern tensions. Examining the geopolitical dynamics of the 1970s and 1980s, the work explores the diplomatic strategies adopted by the American administration to mitigate the confrontation with Libya. It focuses on the political and economic motivations that guided U.S. decisions and the short and long-term consequences of these policies. Through the analysis of historical documents and testimonies, the study offers a comprehensive understanding of U.S.-Libya relations during this crucial period.</p> Paolo Soave Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 45 54 The European experience of an Italian right-wing leader: Pino Rauti (1984-1999) https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/228 <p style="text-align: justify;">Prendendo in considerazione le fonti primarie, quali una selezione dei documenti d’archivio del fondo conservato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, e i principali riferimenti bibliografici sul tema, questo saggio ripercorrerà l’esperienza di Pino Rauti, un leader della destra italiana e una delle figure più discusse della storia contemporanea nazionale, come membro delle assemblee europee – ovvero l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) e dell’Unione europea occidentale (UEO) e il Parlamento europeo (PE) –, dal 1984 al 1999.</p> <p style="text-align: justify;">Considering primary sources, such as a selection of the archival documents of the fund held by the Italian National Central Library of Rome, and the main bibliographical references, this essay will retrace the experience of the right-wing leader Pino Rauti, one of the most discussed figures in Italian contemporary history, as a member of the European assemblies – namely the Parliamentary Assembly of the Council of Europe (COE) and of the Western European Union (WEU), and the European Parliament (EP) –, from 1984 to 1999.</p> Matteo Antonio Napolitano Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 57 82 Le negoziazioni di Maastricht sull’Unione politica e l’istituzione della PESC: una nuova prova per la Comunità europea https://rivistaeuropea.it/index.php/rivistaeuropea/article/view/229 <p style="text-align: justify;">Partendo da un’attenta analisi dei documenti diplomatici declassificati raccolti presso i <em>National Archives</em> britannici di Kew, il presente contributo intende ripercorrere i dibattiti intraeuropei che, tra il 1990 e il 1992, posero le basi per l’istituzione della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) e per una riflessione più approfondita sulla possibile realizzazione di un’Unione politica. Pur non rappresentando un pieno successo, la firma del trattato di Maastricht aprì un primo spiraglio per la nascita di una nuova Europa, dando inizio a un processo di costruzione di un’identità europea di sicurezza e di difesa che ancora non può considerarsi concluso.</p> <p style="text-align: justify;">Starting from an accurate analysis of some declassified diplomatic documents collected in the British National Archives, in Kew, this paper aims to recall the main intra-European debates that, between 1990 and 1992, paved the way to the institution of the Common Foreign and Security Policy (CFSP) and to a deeper reflection about the possible realization of a Political Union. Although not being a complete success, the Maastricht treaty opened “a window” for the birth of a new Europe, laying the foundations for the building process of a European security and defense identity, which cannot be considered completely accomplished yet.</p> Eva Palo Copyright (c) 2024 Rivista Europea 2024-07-08 2024-07-08 1 83 118